chironomi

Di Armando Quazzo

Autore del libro "Fly Tying - il grande libro del costruttore di mosche artificiali (lo trovate qui)


Shuttlecock, chironomi, pesca a mosca
Shuttlecock

Una delle caratteristiche salienti degli esseri viventi è la capacità di adattarsi ai cambiamenti e su questa evidenza si sono scatenate le teorie evoluzionistiche del secolo scorso. Senza scomodare Darwin, anche noi pescatori con alcune primavere sulle spalle, ci accorgiamo che l’ambiente di pesca, le abitudini alimentari, le schiuse cambiano con una repentinità percepibile. I pesci bollano con minore frequenza anche a causa della comparsa dei dannati cormorani e gli insetti che eravamo soliti attenderci in un determinato periodo dell’anno, non sempre si presentano all’appuntamento nella quantità e con le caratteristiche attese.

Un esempio emblematico di questa realtà sono i chironomi, ovvero quegli insetti dell’ordine dei ditteri (fanno parte della stessa famiglia delle tipule e delle mosche comuni e sono morfologicamente simili alle zanzare, senza la fastidiosa necessità di succhiare sangue per procreare) che schiudono pressoché ovunque e fanno sempre più parte della dieta dei pinnuti da noi insidiati.

Si tratta di una specie molto diffusa in tutte le acque del globo (specie in quelle a rilevante eutrofizzazione), resistente a sbalzi di temperature davvero notevoli, bisognosa di una limitata quantità di ossigeno per sopravvivere e gradita ai pesci sia nella forma larvale, sia in quella pupale o di emergente, sia in quella adulta. Questa capacità di vivere anche dove il livello di ossigeno è particolarmente ridotto è dovuta all’alta concentrazione di emoglobina nell’emolinfa del corpo che consente ai ditteri di utilizzare al meglio il prezioso gas disciolto nell’acqua. Ciò non è tipico di altre specie subacquee e pertanto i chironomi operano una specie di sostituzione: al diminuire del titolo di ossigeno, si contrae il numero di effimere, tricotteri e specialmente plecotteri ed aumentano in maniera esponenziale i citati ditteri.

La diminuzione dell’ossigeno può essere causata da una serie di fattori. Quello maggiormente frequente è l’immissione nel corpo d’acqua di sostanze che necessitano chimicamente di ossigeno, come ad esempio scarichi fognari, agricoli o di allevamento di animali, tutte condizioni, ahimè, piuttosto usuali nelle nostre acque dolci che – in barba a leggi, decreti e regolamenti – sono il ricettacolo ultimo dell’altrui opera.

 

E’ evidente che la maggiore capacità di convivere con fattori inquinanti e la minore sensibilità alle variazioni climatiche rende possibili schiuse di chironomi durante tutto l’anno; anzi, proprio nei periodi invernali quando tutte le altre specie sono pressoché assenti, i chironomi la fanno da padrone. Un tempo, in periodi di chiusura della pesca alla trota e specialmente durante i giorni più freddi dell’anno, si poteva assistere alla schiusa di qualche sparuta effimera nelle ore più calde del giorno. Provate oggi ad andare a valle dello scarico di un depuratore di acque reflue urbane a verificare la presenza di insetti: quasi certamente si noteranno sciami di chironomi che si alzano dall’acqua ad ondate durante tutta la giornata.

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I chironomi schiudono anche in pieno sole nelle rigide giornate invernali

Attesa quindi l’importanza di tale insetto per la pesca con la mosca anche in acque nostrane, sorge l’obbligo di comprendere – per sommi capi – la tecnica necessaria a pescare anche con le sue imitazioni.

La larva è di tipo bentonico, in altre parole, vive e si nutre sul fondo e lo stadio larvale è di interesse specialmente per il pescatore di lago. Gli inglesi ne hanno fatta una scienza della pesca con il “buzzer”: coda intermedia ed una calata di tre/quattro mosche lanciate in favore di corrente, lasciate derivare e recuperate con movimenti lentissimi e massima attenzione per percepire anche la più sottile esitazione causata da un’abboccata. Per questa pesca specialistica si utilizzano imitazioni della larva caratterizzate da amo curvo, corpo con visibile rigaggio su colori vari (nero, rosso, verde) e torace più pronunciato. Spesse volte le imitazioni di buzzer incorporano colori sgargianti e materiale riflettente, proprio a riprodurre il colore rosso vivo dovuto alla robusta quantità di emoglobina presente nell’emolinfa della larva (non a caso alcune imitazioni di chironomo allo stadio larvale portano la denominazione di “bloodworm” o verme di sangue).

Lo stadio maggiormente interessante per chi pesca in acque correnti è quello di emergente ed adulto.

Il chironomo si avvicina alla superficie e attraverso i tubi branchiali assorbe aria dall’esterno per completare la sua metamorfosi: in questi brevi istanti, l’insetto si trova in una posizione particolarmente riconoscibile e vulnerabile. Appare come una specie di virgola segmentata, appesa appena sotto la superficie dell’acqua, assolutamente inerme ed incapace di muoversi per un lasso di tempo sufficiente al pesce per avvicinarsi e ghermirlo. Nelle acque più calme e nei rigiri di corrente, spesso capita di osservare pesci che rimangono nei pressi della superficie e si spostano percorrendo una traiettoria circolare che permette loro di individuare e predare svariati chironomi emergenti, prima di ritornare alla postazione originaria. Fra l’altro, la bollata sul chironomo è caratteristica, poiché avviene nella maggior parte dei casi subito sotto la superficie, senza la creazione di bolle causate dall’aspirazione di aria.

Questo comportamento differisce da quello adottato in presenza di altri insetti: con le effimere il pesce resta ben saldo nei pressi della sua posizione, spostandosi verticalmente per intercettare l’insetto; con i chironomi la traiettoria è imprevedibile e risulta indispensabile prevedere il percorso del pesce al fine di presentare l’esca nella posizione più adatta.

 

Ci si dovrà munire di finali sufficientemente minuti e di code leggere che permettano pose lievi, tali da non spaventare la preda, e di imitazioni che siano fedeli e visibili a noi ed al pesce. Le imitazioni di larva di chironomo sono semplicissime da costruire poiché devono rappresentare un elementare vermetto rossiccio di dimensioni minute: un esempio di larva è il celebre San Juan Worm americano, costruito con un segmento di ciniglia floccata, rastremata alle estremità e fissata al gambo dell’amo con poche spire di filo di montaggio. Non ci si lasci tentare dalla facile scorciatoia di realizzare artificiali di dimensioni vicine a lombrichi da giardino: la grande maggioranza di larve di chironomo rinvenibili nelle acque nostrane raggiunge il centimetro e mezzo di lunghezza e non di più.

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Griffith’s Gnat

In superficie, molti sono i dressing ideati per raffigurare l’insetto adulto di chironomo fra cui il celebre Griffith’s Gnat di George Griffith, uno dei fondatori di Trout Unlimited, che consiste in un semplicissimo herl di pavone avvolto attorno al gambo dell’amo, seguito da una hackle di gallo grizzly. Si tratta di un’imitazione non specifica, ma è buon compromesso per chi deve realizzare un’esca minuta, galleggiante e facile da scorgere. L’errore nel quale involontariamente si cade, è quello di comporre un artificiale troppo voluminoso e ricco di hackle. Se pensiamo alla leggerezza di una zanzara (come detto, parente stretta del chironomo e morfologicamente simile), avremo la percezione di quanto debba essere scarno il nostro artificiale. Un solo herl di pavone avvolto in spire non troppo serrate ed una hackle di grizzly, possibilmente privata delle fibre di un lato del calamo per renderne ancora più rada la densità. La mosca, seppur ridotta, galleggerà benone ed avrà molte più possibilità di ingannare il nostro avversario.

Un’altra imitazione che può essere utilizzata con successo è una mosca dalle molteplici origini, conosciuta sotto diversi nomi: exquise o diabolo per dirla alla francese, fore and aft o knotted midge per gli anglofoni. Si tratta di una mosca che presenta due collari di hackle, uno in testa ed uno in coda. Il corpo è in genere formato dallo stesso filo di montaggio senza un rigaggio specifico. Anche in questo caso, i collari di hackle devono essere sufficienti a sorreggere il peso dell’amo, ma non di più: l’effetto lieve dell’imitazione va preservato ed è spesso necessario farsi violenza per evitare di aggiungere quel paio di spire che ci sembrano ovvie e che rischiano di compromettere l’apparenza di una mosca che deve sembrare quasi impalpabile.

I chironomi possono misurare da pochi millimetri ad un centimetro e mezzo di lunghezza: sono – ovviamente e per il piacere massimo di noi pescatori – molto più frequenti nelle dimensioni più minute e pertanto risultano non semplici da imitare e soprattutto non facili a vedersi una volta poggiati sulla superficie dell’acqua. Al contrario, un’imitazione facile da costruire e da vedere e che ha dimostrato negli anni la sua efficacia è lo shuttlecock o palla da volano, elaborata dai costruttori inglesi negli anni passati. Si tratta di un corpo di chironomo montato su di un amo curvo, accoppiata con un ciuffo di fibre di CDC in testa: l’amo perfora la superficie dell’acqua, mentre il CDC rimane all’esterno a segnalare la posizione dell’artificiale. È un’accoppiata perfetta poiché l’esca si allinea perfettamente, con il corpo in verticale (proprio come il naturale nel momento della schiusa) e con il ciuffo che svetta, permettendoci di scorgere l’esca anche a notevole distanza e senza eccessivi sforzi visivi. 

 

Ecco una delle versioni di shuttlecock che ha dimostrato la sua efficacia anche per le trote che popolano le nostre acque; i colori possono essere variati, tenendo presente che i naturali presentano toni di grigio, verde, talora rosso e molto spesso nero. Se a ciò aggiungiamo che il pesce vede il chironomo contro uno sfondo chiaro, ci convinceremo dell’inutilità di riempire le scatole nostre e dei nostri amici con mosche costruite con una pletora di colori differenti. La shuttlecock  è semplice da montare e rappresenta un buon compromesso imitativo del chironomo nella sua fase emergente, quando è maggiormente vulnerabile e facile preda di trote, temoli e pesci che bollano.

 

La pesca con il chironomo, tuttavia, non è semplice da attuare: i pesci si muovono in acque perlopiù lente ed hanno tutto il tempo per soffermarsi ad ispezionare la nostra insidiosa offerta. Non ci si attenda, quindi, un’abboccata ad ogni lancio, ma piuttosto un numero imprecisato di tentativi nel proporre l’esca, cercando ogni volta di migliorare la presentazione, allungando il terminale e scendendo di diametro sino al livello di massima pericolosità.

Se fosse tutto facile, che gusto ci sarebbe?

SHUTTLECOCK

Amo: curvo, #14 - #28

Filo di montaggio: nero 6/0, 8/0 o 14/0

Corpo: floss nero o filo di montaggio

Coda: pochi filamenti di kristal flash perla

Rigaggio: herl di pavone naturale o tinto, avvolto a spire strette, ma non sovrapposte

Verniciatura: resina a polimerizzazione luminosa o vernice trasparente

Torace: dubbing UV di colore rosato

 

Ciuffo: punte di piuma di CDC o fibre di CDC


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