a pesca con le small flies

parte seconda

La prima parte la trovi qui

Di Massimiliano Mattioli (*) vedi a fondo pagina


Caenis flash In questa piccolissima caenis le ali sono realizzate utilizzando tre fibre di Flashabou. Il risultato è estremamente adescante, per i pesci, ma si perde molto in termini di visibilità
Caenis flash In questa piccolissima caenis le ali sono realizzate utilizzando tre fibre di Flashabou. Il risultato è estremamente adescante, per i pesci, ma si perde molto in termini di visibilità

Parliamoci chiaramente: realizzare una imitazione di Caenis su amo del #24 o del #26, non è divertente. Costruirne una o due può essere una sfida affascinante, ma dedicare intere serate al morsetto a dei microbi che richiedono la lente di ingrandimento per essere osservati con un po' di attenzione non è propriamente uno spasso.

Però…

Ci sono almeno due ottime ragioni per dedicarsi alla costruzione delle mosche piccole. La prima e più evidente è che esistono insetti piccolissimi e che i pesci se ne cibano. Una ragione in sé più che sufficiente per tutti noi.

Il secondo motivo è di ordine più filosofico, se mi passate il termine. Costruire la maledetta Caenis ci costringe a semplificare le nostre imitazioni. Tutto deve essere ridotto all'essenziale, perché lo spazio sul gambo dell'amo è minimo, pochi millimetri, e questo ci impone di fare delle scelte. Dobbiamo decidere quali, fra i vari elementi, agiscono da richiamo per trote e temoli e quali invece vengono montati per abitudine, gratificazione personale o insicurezza. Molto semplicemente: non possiamo permetterci di affastellare su quel povero amo tutti i materiali che ci passano per la testa.

Dobbiamo scegliere. E per scegliere dobbiamo osservare. Studiare gli insetti in acqua e cercare di capire quali elementi anatomici risaltano di più. Oliver Edwards, nel suo Fly Tying Masterclass (Nuove tecniche di costruzione, ed. GEA, 1997) li chiama Trigger Points e suggerisce anche di amplificarli, per renderli più evidenti. Insomma, costruire le micro-mosche significa lavorare per togliere, anziché aggiungere. Questo è un esercizio molto utile che, una volta eseguito, ci permette di concentrarci su ciò che rimane (un po' di filo, quattro fibre e un ciuffetto di pelo) per imparare a gestirlo al meglio. Dopo un paio di settimane passate sulle small fly, gli ami del #14 sembrano dei 4/0 da luccio e disporci sopra i soliti materiali in ordine e con precisione diventa un gioco da ragazzi. Costruire sul piccolo significa diventare costruttori migliori e forse, ma non potrei giurarlo, pescatori migliori.

Vediamo quindi cosa serve per costruire delle buone small fly.

Alcuni esempi di amo #22, fotografati su carta millimetrata per meglio comprendere le dimensioni. Da sinistra: Tmc 100, Tmc 101, Daiichi 1100, Mustad Signature R30, Partridge L3A, Varivas 2300. Notate le dimensioni maggiorate dell'occhiello del Daiichi
Alcuni esempi di amo #22, fotografati su carta millimetrata per meglio comprendere le dimensioni. Da sinistra: Tmc 100, Tmc 101, Daiichi 1100, Mustad Signature R30, Partridge L3A, Varivas 2300. Notate le dimensioni maggiorate dell'occhiello del Daiichi

 

Gli ami

L'amo rappresenta certamente un elemento di primaria importanza, quando si parla di mosche piccole. La scelta, oggi, è ampia sia in termini di marche che di modelli disponibili. Nelle fotografie in queste pagine abbiamo messo a confronto alcuni ami riuniti per tipologia e taglia. E' importante tenere sempre a mente, quando si parla di ami, che le aziende sono assolutamente autoreferenziali, rispetto a misure e proporzioni, la qual cosa genera grande confusione. Le differenze fra le varie marche e modelli sono assolutamente evidenti. E' però necessario conoscere alcuni elementi di base per poter selezionare al meglio quello che corrisponde alle nostre esigenze. Vediamo le caratteristiche principali che un buon amo da micro-mosche deve avere.

Ami #24. Da sinistra: Partridge K1A, Tiemco 100, Tiemco 501, Tiemco 112Y(#23) e Daiichi 1100
Ami #24. Da sinistra: Partridge K1A, Tiemco 100, Tiemco 501, Tiemco 112Y(#23) e Daiichi 1100

Il filo

 

Uno degli errori più comuni è quello di credere che più il filo è sottile (quindi, più è leggero) migliore è l'amo. Spesso, invece, è proprio il peso che determina un corretto assetto della mosca in acqua. Molte emergenti faticano a trovare la giusta posizione  a causa di un mix sbagliato fra i materiali utilizzati, spesso molto galleggianti, e un amo troppo leggero. La scelta dell'amo va quindi fatta avendo bene in mente che tipo di imitazione vogliamo costruire, quali materiali useremo e che tipo di assetto vogliamo darle. Altro aspetto da tenere bene a mente è la dimensione dei pesci che andremo a pescare e la loro forza: un amo del #28 a filo sottile può aprirsi con grande facilità, se forzato da una grossa trota e, se da un lato è vero che con un amo del #28 utilizzeremo comunque un terminale molto sottile che dovrebbe cedere prima dell'amo, dall'altro non è il caso di aggiungere altri anelli deboli nella catena che va da noi al pesce della vita.

Due grub #28 a confronto: Tiemco 2488 e Varivas 2210. Le mie preferenze vanno tutte al Tiemco. Il Varivas è sovradimensionato e ha un filo troppo sottile, specialmente per una amo curvo
Due grub #28 a confronto: Tiemco 2488 e Varivas 2210. Le mie preferenze vanno tutte al Tiemco. Il Varivas è sovradimensionato e ha un filo troppo sottile, specialmente per una amo curvo

L'occhiello

Alcuni costruttori pensano che, negli ami piccoli, l'occhiello rivolto verso il basso rischi di chiudere troppo il gap pregiudicando una buona ferrata e preferiscono usare ami con occhiello diritto. A mio parere è una buona osservazione ed è particolarmente vera per quei modelli, cosiddetti "Big Eye", con occhiello sovradimensionato rispetto all'amo, come il Daiichi 1100 (1110 nella versione con occhiello diritto). Sono ami che io amo molto, (soprattutto da qualche anno a questa parte, da quando, cioè, la vista è calata) e certamente preferisco l'occhiello diritto per tutte le imitazioni di spent di piccola taglia. Per le parachute, l'occchiello diritto può rappresentare una vera maledizione, quando si deve legare la mosca al finale e per queste scelgo ami con occhiello rivolto verso il basso.

Il gap

L'apertura dell'amo, nei modelli più piccoli, tende ad essere sovradimensionata. I tiemco 100, per fare un esempio, hanno un gap più ampio (in proporzione, ovviamente, e rispetto agli altri ami della stessa serie di taglia maggiore) dal #20 in poi. Entro certi limiti, questo è di grande aiuto. Quando si passa questo limite, le dimensioni dell'amo si snaturano e non ha più senso parlare di taglia dell'amo. E' il caso, ad esempio, degli ami della Varivas mostrati in foto. Aperture troppo ampie per la taglia dichiarata, a mio parere. Inoltre, il filo di questi ami è troppo sottile e si aprono con facilità.

Parachute estremamente catturante durante le schiuse di piccole Olive. Le ali in gallina sono più complesse da montare del solito poly, e molto più fragili. Possono però fare la differenza in presenza di pesce molto diffidente
Parachute estremamente catturante durante le schiuse di piccole Olive. Le ali in gallina sono più complesse da montare del solito poly, e molto più fragili. Possono però fare la differenza in presenza di pesce molto diffidente

 

Filo di montaggio

Il filo di montaggio rappresenta un altro elemento critico, per la costruzione delle Small Fly, specialmente dalla taglia #22 in poi. Fino a quella misura, infatti, si può tranquillamente utilizzare un normalissimo 8/0 come quello della UNI senza creare rigonfiamenti antiestetici. Oltre, io ho risolto i miei problemi ricorrendo al Gudebrod 10/0 che è sottile quanto basta, robusto, si appiattisce molto bene sull'amo e tiene bene il dubbing. Si tratta, però, di una scelta molto personale e le opinioni degli altri hanno il solo valore di stimolo a provare qualcosa di diverso dal solito. Tutto dipende dalla nostra mano e dall'abitudine. Tenete però presente che quando si ragiona di ami del #24 o del  #28, i materiali devono essere fissati a volte con solo due giri di filo, dopodichè devono restare in posizione. Questo significa che il filo deve reggere la tensione che gli imporrete senza rompersi. Per usare le parole di un grande costruttore: "Scegliete sempre il filo più grosso che riuscite ad usare per quella determinata imitazione, e tirate."

 Gli strumenti

 A parte le forbici, non servono strumenti particolari per costruire le small fly. Al contrario, proprio perché si tratta di costruzioni delicate, meglio usare gli attrezzi di sempre, quelli con cui abbiamo più confidenza.  Per le forbici, invece, ne serve un paio dalle lame sottili, possibilmente, e che tagli bene in punta. Non devono mai essere utilizzate per altro scopo che non sia quello di tagliare filo di montaggio e materiali morbidi: per il tinsel metallico e altri materiali duri, è necessario averne un paio a parte. 

I materiali

Fondamentalmente, si tratta di evitare tutti i materiali difficili da dosare e distribuire e che tendono a produrre eccessivi ingrossamenti sul gambo dell'amo. Per i dubbing, meglio privilegiare quelli sintetici, come i vari super fine (ottimo a mio parere quello della Hare Line, con una splendida gamma di colori molto realistici). Fra i naturali: il dubbing di coniglio, che si gestisce molto bene. Meglio evitare quelli più grossolani e ribelli, come il pelo di foca. Le micro mosche sono il territorio di elezione del quill di pavone e di gallo, naturalmente, che possono creare effetti molto realistici. Ma non sottovalutate il semplice filo di montaggio per realizzare l'addome. Almeno l'ottanta per cento delle mie small fly sono realizzate con filo di montaggio bianco, tinto con pennarelli indelebili per ottenere la tonalità che preferisco. Per il galleggiamento, potremo affidarci a poche fibre di cdc o a una hackle di gallo (i colli di miglior qualità hanno oggi piume adatte anche ad ami del #24 e, con un po' di fortuna si trovano anche per ami del #26) ma, ad essere sinceri, si possono realizzare ottime imitazioni galleggianti anche con tre fibre di poly, specialmente se montiamo delle spent. Il cdc rimane comunque un'ancora di sicurezza.

La cosa più importante da ricordare, qualunque sia il materiale che avete scelto, è di usarne poco, ma veramente poco. 

 

Due esempi di montaggio

 

Partridge Caddis Emerger

Amo: Mustad Signature R30 #22 Esuvia e dorso: Antron giallo ocra Corpo: Superfine Golden olive Rib: Tinsel oro extrasmall Sottoala: Antron giallo ocra Ala: una piccola piuma di pernice Torace: Superfine Olive Filo: 10/0 Gudebrod Note: versione micro di una delle più micidiali emergenti di caddis che io conosca, creata da Mike Lawson. In taglie così piccole funziona bene anche durante le schiuse di effimere. I colori si possono variare a piacere.

Clicca sulla prima foto per ingrandirla e leggere le istruzioni di montaggio

 

Caenis spent

Amo: TMC 101 #22 -24 Filo: 10/0 Gudebrod Cerci: 3 microfibettes Addome: quill di gallo dark dun Torace: Superfine Nero Ali: Poly Note: quello rappresentato qui è il maschio, che ha cerci lunghissimi.Per una buona imitazione di femmina occorre accorciare i cerci e, nella maggior parte delle specie, creare un addome chiaro. 

Clicca sulla prima foto per ingrandirla e leggere le istruzioni di montaggio


(*) Nota sull’autore

Massimiliano Mattioli, classe 1964, di professione editore. E’ anche autore, traduttore e, con lo pseudonimo di Fortebraccio, fotografo. Pesca a mosca fin da bambino, in ossequio ad una tradizione familiare.  A partire dagli anni ’90 ha allargato il suo orizzonte editoriale per includere il flyfishing fra i suoi obiettivi professionali. Sue sono le traduzioni in italiano di:

Emegenti di Swisher e Richards (1996); Nuove tecniche di costruzione di O. Edwards (1998); La precisione nel lancio di J. Wulff (1999);

Nel 2000 ha fondato la rivista “Sedge & Mayfly – il piacere della pesca a mosca” della quale ha assunto la direzione editoriale, continuando sempre a curare personalmente la pubblicazione di libri dedicati alla pesca a mosca, come:

Pescare a ninfa di G. Re; Microchenille & C di M. borselli; Il Black Bass di P. Pacchiarini; Il luccio di P. Pacchiarini; Manuale del moderno costruttore di mosche artificiali di Federighi- Nocentini; La ninfa di S. Soldarini; Fly Tying – il grande libro del costruttore di mosche artificiali di A. Quazzo

 


Estratto dell'articolo pubblicato sul n. 51 di S&M


Se questo articolo ti è piaciuto, qui troverai tutti gli arretrati di S&M. Puoi acquistare quello che ti interessa o sfruttare le offerte per 6 o 12 numeri. Se vuoi ordinare la collezione completa 2000/2016 di S&M, qui troverai la nostra super offerta