Estratto dell'articolo pubblicato sul n. 50 di S&M

FRENCH NYMPH

Di Sandro Soldarini

Autore del libro "La ninfa - Tecniche moderne e artificiali (lo trovate qui)

Tra le innumerevoli tecniche di pesca a ninfa, sicuramente una di quelle che sta vivendo il suo massimo splendore negli ultimi anni  è proprio la tecnica di pesca a ninfa alla francese...

...La tecnica francese, infatti, è la scelta più opportuna in tutti quei casi in cui la discrezione e la finezza sono la chiave del risultato. Luoghi di elezione per questa tecnica sono, senza ombra di dubbio, tutti quei fiumi dalle acque mai troppo profonde e molto pulite, dove potremo insidiare indistintamente sia trote che temoli.

In definitiva credo che una simile morfologia fluviale sia riscontrabile in buona parte dei fiumi italiani, dove, come accade in Francia, questa tecnica garantisce sempre ottimi risultati, specialmente se si affronta questa tipologia di ambienti, caratterizzati da lunghe spianate di acque cristalline e correnti leggere, pescando a risalire. Gli elementi distintivi della ninfa francese, sono essenzialmente due: la lunghezza del finale, che può arrivare tranquillamente fino a 6/7 metri, e l'indicatore di abboccata.

L'estensione del finale offre da una parte un minore attrito con l'aria e, quindi, una passata molto fluida e discreta (ricordate che si pesca a canna alta e con il finale quasi interamente sollevato dall'acqua), dall'altra consente di pescare con grande delicatezza, limitando il rischio di rompere, in quanto la sua lunghezza avrà l'effetto di ammortizzare la ferrata.  

 

Quando decido di pescare a ninfa francese preparo un lungo terminale conico di circa 15 piedi, al quale poi collego l'indicatore in monofilo, meglio se in due colori, per avere il massimo della visibilità in ogni condizione di luce. Consiglio il giallo in caso di poca luce  e l'arancio in caso di forte luminosità. Concludo, poi, collegando il terminale con le mosche, la cui lunghezza dovrà adattarsi alla profondità media del tratto di fiume prescelto. L' indicatore dovrà sempre viaggiare a pelo d'acqua ed ad ogni minimo arresto o sussulto, la regola è quella di ferrare.

Ninfe piccole, dal 16 al 20, e con bead headi. Due artificiali per le acque più profonde e uno solo per quelle basse e cristalline
Ninfe piccole, dal 16 al 20, e con bead headi. Due artificiali per le acque più profonde e uno solo per quelle basse e cristalline

In caso di pesci particolarmente furbi o veloci nel risputare la nostra insidia, un ottimo stratagemma è quello di servirsi della spiralina indicatore, che non è altro che un mollone in miniatura, realizzato a spire molto strette.

Questo espediente è stato ideato proprio per consentirci di poter ferrare con quell'attimo di ritardo, in modo che il pesce non abbia il tempo di rigettare la nostra ninfa. Come terminale, utilizzeremo sempre del fluorocarbon di diametri compresi tra lo 0.12 e lo 0.10, sfruttando le sue note qualità di minore visibilità per i pesci. Inoltre, l'esiguità del diametro consentirà alle nostre ninfe di scendere in profondità più velocemente e con maggiore naturalezza, aiutate dal ridotto attrito che opporrà in acqua. 

 

Per quanto riguarda la canna, meglio prediligerne una di almeno dieci piedi, che possa sostenere una coda compresa tra la 2 e la 4. Abbiamo infatti bisogno di una canna lunga e sensibile, che ci consenta di pescare con disinvoltura con terminali molto sottili, senza il rischio di rompere sulla ferrata.

Si pesca a risalire
Si pesca a risalire

Il panorama delle offerte in questo senso, soprattutto nelle canne di ultima generazione, è davvero ampio e sarà facile individuare quella ideale che rispetti queste caratteristiche e infonda efficacia alla nostra azione.  

La tecnica di pesca vera e propria è abbastanza semplice. Consiste nel lanciare, ripetutamente e con precisione, i nostri artificiali in tutte le postazioni dove presumiamo ci sia il pesce, spesso sarà necessario ripetere alcune volte la nostra passata, e come recita la regola aurea della filosofia di pesca francese, sarà opportuno sostituire con frequenza l'artificiale.  

Come già anticipato, l'azione di pesca si svolgerà unicamente a risalire, stando molto attenti a non farci scorgere dalla nostra eventuale preda, e, presumo l'abbiate già intuito, quasi sempre non avremo fuori dalla canna che il solo finale

Sarà molto importante tenere la canna ben alta, in modo che solo l'indicatore e il terminale al quale abbiamo legato le nostre imitazioni, indugino in acqua. 

 

Di solito utilizzo due artificiali, ma nel caso di acque particolarmente basse, è preferibile adottarne uno singolo, a tutto vantaggio di una maggiore discrezione nell'azione di pesca  e di una minore rumorosità della posa.  

Anche la scelta dell'indicatore influenza l'azione di pesca
Anche la scelta dell'indicatore influenza l'azione di pesca

Concludo con una breve annotazione sugli artificiali più validi, che dovranno essere di dimensioni minime e non troppo pesanti. In generale, quindi, tutte le piccole ninfe, particolarmente le piccole gold bead, magari arricchite da un accattivante spot arancione. 

A volte si rivelano particolarmente efficaci anche tutte quelle piccole ninfe con una bead colorata, anche se le mie prefereite restano quelle con bead nere o rame, soprattutto dove la pressione di pesca è più elevata. Quanto alle dimensioni e in caso di pesci particolarmente diffidenti o di acque molto basse, vi consiglio di non superare una taglia compresa tra un amo del 16 ed uno del 20. 


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