La ninfa singola

Di Sandro Soldarini

Autore del libro "La ninfa - Tecniche moderne e artificiali (lo trovate qui)


Una delle domande che mi viene posta con maggiore frequenza riguarda la possibilità di pescare con una sola ninfa, se questa scelta sia concretamente praticabile e produttiva, oppure si riveli fatalmente rovinosa o, quanto meno, riduttiva. 

La mia risposta è invariabilmente positiva: il riconoscere alla pesca praticata con più artificiali una maggiore facilità di approccio e una superiore certezza della cattura, non toglie concretezza e probabilità di successo a quella praticata con un solo artificiale.

 

La marcata predilezione verso l’uso di due artificiali, soluzione che io stesso considero ideale, deriva dall’evidente praticità del metodo e dalla sua indubbia ed eccellente adattabilità sia alla ninfa, sia alla sommersa e, perché no, anche alla secca. Certamente non possiamo aspettarci altrettanta duttilità dalla pesca con un solo artificiale che, onestamente, mal si adatta alla sommersa, ma non possiamo neanche liquidarla ritenendola semplicemente troppo difficile o improduttiva.

Al contrario, vi assicuro, che non è così arduo catturare bene e con costanza utilizzando una sola ninfa. Non dimenticate che incontrerete sicuramente acque in cui l’uso di più artificiali sarà vietato ma, soprattutto e al di là dei regolamenti, incontrerete situazioni, dove presentazione e precisione rivestono un ruolo fondamentale, come quando si pesca in poca acqua o i pesci sono estremamente fugaci, e optare per un solo artificiale diventa la scelta più saggia. Il nostro obiettivo deve diventare quello di essere in grado di pescare anche con una sola mosca, senza che questo sia penalizzante. Una facile scorciatoia è, senz’altro, quella di aiutare l’azione di pesca inserendo un piombino, ma esistono altre variabili più “raffinate”, che consentono di entrare in pesca con una sola ninfa in maniera altrettanto proficua, senza perdere i vantaggi legati all’uso di due artificiali.

 

Come è ormai universalmente noto, l’accoppiata di due ninfe, spesso di peso e dimensioni diverse, permette di guadagnare velocemente il fondale e di presentare correttamente due esche differenti, con gli indubbi benefici che ne derivano.  

Nel caso in cui fossimo obbligati ad usare un solo artificiale, dimensione e peso rivestono un ruolo fondamentale. Per ovviare al problema del peso, che dovrà avvicinarsi a quello di due ninfe, un buon stratagemma è costruire delle ninfe munite di una bead sovradimensionata, capace di cumulare il peso approssimativo di due.

Utilizzando due ninfe, noteremo che avremo più attacchi su quella di punta nel caso di staticità accentuata sul fondale delle prede, mentre le abboccate si concentreranno su quella più leggera in presenza di pesci più vivaci e attivi. È lampante che un unico artificiale non può assolvere entrambi i compiti. Quindi, ipotizzando una iniziale apatia dei pesci, dovremo affidarci ad una pesante ninfa da fare lavorare a stretto contatto col fondale. Questa soluzione perde efficacia in presenza di prede particolarmente dinamiche: per catturare il loro interesse, sarà necessario passare ad un artificiale più leggero, in grado di nuotare appena sollevato dal fondo e con una velocità più sostenuta. 

Nelle tecniche di short nymph, ho notato che per pescare nel migliore dei modi è meglio procedere completamente a risalire, pescando frontalmente rispetto alla propria posizione. E’ vero che in tal modo il raggio di azione si restringe drasticamente, ma, al contempo, si accrescono le opportunità di riuscire a guadagnare nel modo più veloce possibile il contatto con il fondale, grazie al minore attrito creato dal finale che, unito all’uso di un tip molto sottile, si tradurrà in un’azione di pesca molto efficace e naturale. 

Utilizzando una sola ninfa, dimensioni e peso diventano un fattore determinante
Utilizzando una sola ninfa, dimensioni e peso diventano un fattore determinante

Attenzione ad ogni minimo scarto dell’indicatore a cui rispondere con ferrate decise. Tipiche di questa strategia sono le abboccate molto veloci e, soprattutto per quelle, non sporadiche, nelle immediate vicinanze della superficie, spesso il segnale è un semplice spiombamento del finale. Dovremo quindi procedere con ripetute passate molto corte e ravvicinate, cercando di sondare con cura ogni punto che riterremo opportuno.

Nelle tecniche long nymph è importante curare la naturale discesa della nostra ninfa, aggiustando la deriva con continui e precisi mending. Anche in questo caso, l'utilizzo di un lungo e sottile tip, agevolerà considerevolmente l’azione di pesca.

Ricapitolando, la chiave del successo nella pratica di tecniche di pesca ravvicinate è il giusto peso della ninfa, ovvero il suo maggiore peso; mentre nelle cosiddette tecniche lunghe, avremo il tempo necessario di far affondare la nostra ninfa durante la lunga deriva.

 

Concludo, rinnovando il solito consiglio, universalmente valido, ad aprirsi sempre e con curiosità a nuove sperimentazioni, a fare della perseveranza il nostro alleato migliore e a bandire ogni pigrizia, soprattutto quando, come nelle situazioni descritte, avremo a disposizione una sola ed unica scelta.


Estratto dell'articolo pubblicato sul n. 66 di S&M


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