grandi secche da temoli

 di Nino Casino  


NC PH Sedge vista da sotto
NC PH Sedge vista da sotto

Abbiamo parlato nel numero precedente (S&M n. 54 – n.d.r.) di mosche secche piccole da temolo per un successo assicurato. Tranne poche eccezioni, i temoli più grandi, come d’altronde ogni altro pesce nella gerarchia della specie, tendono a posizionarsi dove l’alimentazione è più abbondante. Questo non per banale ingordigia, quanto per garantirsi il giusto apporto alimentare, che, in funzione della loro stazza superiore e della maggiore dispersione di energia, deve essere proporzionalmente più abbondante rispetto agli esemplari più piccoli. A questa considerazione primaria se ne sommano altre, come ad esempio il dato di fatto che la permanenza prolungata in una forte corrente, anzichè in una lama più tranquilla, richiede ugualmente uno sforzo superiore, anche se non è regola generale, in quanto capita di frequente che le correnti laminari superficiali non corrispondano a correnti più vorticose in vicinanza del fondo o più spesso il contrario. Nello stazionamento in correnti più o meno forti deve, inoltre, essere considerata la profondità dell’acqua, che riveste anch’essa un ruolo predominante nel dispendio di energia dei pesci e di conseguenza nel loro posizionamento all’interno dell’alveo fluviale. Quest’analisi preliminare, sia pure non esaustiva, ci fa comprendere come nei forti correntoni potremo essere sicuri di incontrare i pesci più grandi, a patto di sapere affrontare un approccio in pesca forse più difficoltoso, soprattutto nell’evitare i dragaggi e nei tempi di reazione, ma finalizzato ad allamare pesci meno smaliziati e sicuramente più combattivi. Quindi, i temoli “sicuramente mangiano mosche grandi”, purchè rappresentino quanto nella realtà è presente nel fiume in cui vivono. Nella loro caratteristica salita verso la superficie dell’acqua per ghermire una mosca, i temoli devono ridurne il tempo nelle acque più correnti, fattore che ci consente un approccio meno perfezionista, dandoci modo, ad esempio, di utilizzare un nylon di misura maggiore, con i vantaggi di tenuta che possiamo immaginare. Il lancio deve essere ovviamente a scendere, lasciando scorrere l’artificiale alla stessa velocità della corrente superficiale, cosa che consente di presentare sempre prima l’imitazione, dando la possibilità di allamare il pesce semplicemente alzando la canna. Per questo tipo di pesca, uso senza dubbio alcune imitazioni di sedge che anche in caccia danno risultati fantastici, oltre ad imitazioni di grandi effimere della famiglia Heptageniidae.

 

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Articolo pubblicato sul n. 55 di S&M


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