Di Sandro Soldarini
Autore del libro "La ninfa - Tecniche moderne e artificiali (lo trovate qui)
Un grande classico, in versione affondante, e alcune possibili varianti che non tradiscono
il progetto originale. Non troppo, almeno.
Che dire della famosa red tag, questo grande classico universalmente conosciuto?
Fantastica, semplicemente fantastica! Io però non mi sto riferendo alla arcinota mosca secca (non perché non ne sia un estimatore, si intende), ma il mio plauso e la mia incondizionata ammirazione convergono soprattutto sulla sua versione ninfa. Sicuramente uno dei miei cavalli di battaglia, inossidabile presenza nelle mie fly box da parecchi anni, dressing popolarissimo in gran parte del mondo per il suo straordinario talento nel catturare pressoché ovunque scorra dell’acqua.
Popolare è sicuramente l’aggettivo giusto per descrivere questo artificiale che pur subendo qualche piccola modifica a seconda dei paesi in cui viene utilizzato - soprattutto in ordine alla scelta dei materiali via via più moderni - riesce a mantenere inalterata la sostanza semplice ed efficace della sua ricetta: coda rossa, corpo in pavone e giro di gallo o gallina. Proprio nella sua semplicità risiede il segreto del suo successo, particolarmente (almeno secondo la mia opinione) nel suo vivace e magnetico tag rosso, capace di indurre all’abboccata anche il pesce più svogliato o smaliziato.
La diffusione della red tag, nelle sue numerose varianti, è massiccia in tutti i paesi dell' est, nonché in tutti i paesi anglosassoni, compresi Nuova Zelanda ed Australia.
Probabilmente l’unico paese che non gli tributa gli stessi fasti è proprio l’Italia ed è anche questa considerazione che mi induce a parlarvene.
Sono ben lontano, e l’ho già precisato, dal voler dubitare dell’indiscusso valore della più nota versione secca, voglio soltanto rivendicare pari dignità, quanto a qualità, efficacia e duttilità, per la red tag nymph. Il binomio per eccellenza e dalla maggiore resa è quello con il temolo, ma anche con le trote, sia fario che iridee, difficilmente deluderà le vostre aspettative.
Quando vi troverete ad affrontare acque non perfettamente cristalline non esitate a servirvi di questa ninfa: diventerà una preziosa ed indispensabile alleata nei paesi dell’Est Europeo ed in Gran Bretagna, dove l’acqua assume il caratteristico colore del the, ma anche in tutte quelle situazioni in cui le trote si dimostrano particolarmente aggressive.
Le tecniche in cui primeggia sono sicuramente la ninfa corta e quella lunga, specie se abbinata a code affondanti nella pesca a scendere nei grandi fiumi.
Passando alle ricette, la prima che vi propongo è quella classica – sicuramente la più diffusa e utilizzata – alla quale affianco altre tre proposte che mi sembra aggiungano un tocco di modernità e dinamismo e che, ovviamente, ho scrupolosamente testato con grande soddisfazione.
Per quanto riguarda le taglie, rimanete nella forbice compresa tra il 16 ed il 10, se intendete utilizzarla nelle nostre acque, a caccia di trote e temoli. Se poi, avrete la fortuna di volare in Nuova Zelanda ed Australia, paesi in cui di norma è tutto esagerato, aggiungete tranquillamente la misura dell’otto.
Le stagioni che si sposano meglio con le sue caratteristiche e durante le quali poche trote rimarrebbero insensibili al suo fascino, sono sicuramente la primavera e l’autunno, ma è altrettanto vero che i temoli la gradiscono durante tutto il corso dell’anno. Sappiate inoltre che, dopo un fragoroso temporale estivo che immancabilmente ha sporcato le acque, non c’è niente di meglio di una micidiale red tag nymph!!
Istruzioni di montaggio
Clicca sulla foto per ingrandire e leggere le istruzioni
Estratto dell'articolo pubblicato sul n. 47 di S&M
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