Lucci che passione!

Di Paolo Pacchiarini

Autore dei libri "Il luccio - strategie e artificiali" (con DVD allegato) e  "Il black bass - strategie e artificiali" (li trovate qui)


Sono ormai diversi anni che dedico numerose uscite alla pesca del luccio cercando sempre nuovi stimoli per migliorarmi.

Nei mesi invernali con il sopraggiungere del grande freddo preparo meticolosamente l’attrezzatura e cerco di affinare gli artificiali che avevo usato l’anno precedente, eliminando i difetti.

Spesso e volentieri si pensa che il luccio, come predatore a capo della catena alimentare, quando entra in attività non badi troppo per il sottile e mosca bella o mosca brutta, cavetto grosso o cavetto fine, non facciano la differenza.

In alcuni casi è così, ma in molti altri non lo è. Ho provato varie volte a pescare fianco a fianco con un altro pescatore in  barca con la medesima mosca, la stessa coda e cambiarmi da prua a poppa e a fine giornata la differenza di attacchi era sempre schiacciante a favore di uno dei due.

 

In questi casi solamente la differenza di velocità di recupero e tempo di pausa differente hanno determinato la scelta da parte del luccio per un’artificiale rispetto all’altro.

 

Per ottenere dei buoni risultati nella pesca del luccio non bisogna sottovalutare niente e non dare niente per scontato. Solo curando ogni particolare si riescono a cogliere quelle occasioni che il luccio ci da e in Italia non sono mai molte.

Anche l’attrezzatura, come sempre quando ci si dedica ad una determinata specie con approccio non occasionale ma sistematico, non può limitarsi ad una canna, un mulinello e ad una coda di topo.  È sempre meglio poter affrontare il luogo di pesca con almeno un paio di differenti possibilità già pronte all’uso per poter cambiare rapidamente tipo di approccio.

Specialmente in autunno, capita di dover ricercare il luccio nei pressi della riva, nei banchi di ninfee morenti, oppure in acque più profonde nello stesso giorno ed è importante poter cambiare attrezzatura rapidamente.

 

La pesca nei mesi autunnali può riservare momenti indimenticabili, perché il “big fish” può arrivare in qualsiasi momento. In questo periodo i lucci sono vigorosi e al pieno delle loro forze. Attaccano con decisione le nostre esche, a patto che siano convincenti e ben manovrate,  a differenza di quanto accade in primavera quando  i lucci, dopo la frega, hanno difficoltà nel reperire prede ed i consumi calorici impongono un rapido apporto di energie obbligandoli a cacciare in maniera meno selettiva.

Al contrario, in autunno, hanno dalla loro parte il vantaggio di avere la pancia piena e di avere abbondanza di pesce foraggio da cacciare.

Un altro motivo che renderà la pesca del luccio in autunno più difficile è perché nel corso della stagione i pesci avranno subìto una forte pressione di pesca, vedendo numerose esche passargli a portata di bocca, e in alcuni casi avranno vissuto da vicino una brutta esperienza.

Per questi motivi catturare un bel luccio in autunno richiede una maggiore attenzione da parte del pescatore con avvicinamenti cauti, silenziosi e, se in barca, sfruttando  l’abbrivio. Il motore elettrico dovrebbe essere utilizzatoil meno possibile.

Negli hot spot dove la presenza del luccio è più probabile anche gli spostamenti all’interno della barca dovranno essere ridotti al minimo, evitando di camminare rumorosamente, cercare oggetti nella borsa spostandola sul fondo dello scafo e di urlare al telefono per essere sicuri di avvisare anche il luccio della nostra presenza. Anche la posa dell’artificiale dovrà essere più curata portando la lunghezza del finale a nove piedi ed evitando di appoggiare coda e mosca rumorosamente

Sicuramente le maggiori attenzioni dovranno essere rivolte al recupero dell’artificiale, che non dovrà mai essere manovrato in modo ripetitivo e scontato ma, al contrario, cercheremo di provare dei recuperi disordinati e irregolari, magari anche con pause lunghe.

Mi è capitato varie volte di prendere lucci con recuperi veloci alternati a lunghe pause per poi avere l’attacco alla ripartenza. Altre volte i lucci hanno reagito a recuperi molto disordinati aiutati anche dal movimento della canna.

L’importante è dare sfogo alla fantasia e provare vari tipi di recupero senza impigrirsi anche se non si hanno immediate soddisfazioni.

Come tutti i pesci anche il luccio non va sottovalutato e per ottenere dei risultati soddisfacenti richiede le malizie che riserviamo ad altri pinnuti, non dimentichiamo che se un luccio ha raggiunto una buona taglia difficilmente è stato solo fortunato!

 

Non ultima in ordine di importanza la scelta dell’artificiale da impiegare. Spesso pescando il luccio si è più concentrati sul lancio, sulla posa, ecc. e ci si impoltronisce un po’ nel sostituire la mosca.

Nelle giornate più difficili cambiare il colore, ma anche la dimensione e soprattutto il movimento (es. da streamer a jig) può permetterci di risolvere una giornata che probabilmente sarebbe passata senza alcuna emozione.

Penso, in ogni caso, che la vera arma vincente per un pescatore di lucci sia la grande passione che ci spinge a confrontarci con questo magnifico predatore, che non finisce mai di stupirci. Anzi quando pensiamo di conoscerlo molto bene è pronto subito a smentirci.

Ricordiamoci sempre che nella pesca del luccio basta un lancio per cambiare completamente l’esito della nostra giornata di pesca.

 

 


Questo articolo è stato pubblicato sul n. 77 di S&M. Per maggiori informazioni sull'autore visitate www.fishon.it


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