parachute

Piccoli trucchi e consigli per ottenere un collarino solido e una mosca efficace


A cura di Massimiliano Mattioli (*) vedi a fondo pagina

Il montaggio parachute è uno dei più utilizzati e apprezzati dai pescatori di tutto il mondo. Ha, oggettivamente, molti pregi: le mosche costruite in questo modo hanno un buon assetto in acqua, con il corpo a contatto con la superficie  e l’hackle sopra che conferisce stabilità e galleggiamento. Può imitare una emergente o una dun già libera della spoglia ninfale, una spent, una cripple  o qualunque altra cosa vogliamo. Si presta al montaggio di qualunque tipo di insetto, dalle effimere ai terrestrial. Soprattutto, con quel suo ciuffetto caratteristico che svetta sopra l’hackle, è meravigliosamente visibile in acqua.

Presenta, però, alcune difficoltà nel montaggio legate proprio all’avvolgimento dell’hackle che possono mettere in difficoltà i costruttori alle prime armi. I difetti che più frequentemente si riscontrano sono:

1) hackle che scivola in alto, fuori dalla zona di fissaggio, con conseguente disfacimento del collarino.

2) Post che ruota attorno al gambo dell’amo.

3) Fibre dell’hackle che si posizionano in modo disordinato, compromettendo l’assetto

4) Fibre dell’hackle che coprono l’occhiello dell’amo rendendo difficile il passaggio del tip del finale ( una vera maledizione, in pesca)

Si tratta, in realtà, di problemi facilmente risolvibili con un po’ di esperienza e con l’aiuto di alcuni semplicissimi accorgimenti in fase di montaggio.

 

Vediamoli assieme.

 

Fissate il post (il ciuffo che servirà da ala e da base per il fissaggio dell’hackle, in questo caso è un ciuffo di poly) a 2/3 del gambo dell’amo. Ricordate che più il post è  vicino all’occhiello, più le fibre dell’hackle tenderanno a coprirlo e nasconderlo, rendendo difficile il passaggio del tip del finale

 

Fissate il post saldamente con diversi giri di filo di montaggio sia attorno all’amo che attorno al ciuffo, come in foto, per creare una base solida per l’hackle 

 

Scegliete l’hackle di gallo con cura. Deve essere di buona qualità (non è vero che per le parachute si possono usare hackle scadenti. Al contrario, deve avere un’alta densità di fibre di lunghezza omogenea e un calamo sottile). Per le dimensioni, il montaggio parachute ci lascia qualche libertà in più rispetto a quello tradizionale. In generale, però, è meglio avere una base di appoggio ampia. Meglio scegliere una hackle leggermente sovradimensionata rispetto all’amo piuttosto che una sottodimensionata. Diciamo che se usate un amo del #14, l’hackle corretta è #12-14 per un amo dritto, #10-12 per un amo grub e montaggi stile klinkhamer

 

 

Preparate l’hackle senza strappare le fibre alla base della piuma dal calamo. Tagliatele, invece, come per preparare un raschietto per il corpo. Questi dentini vi aiuteranno a fissare la piuma senza che il calamo ruoti e saranno utili anche in fase di avvolgimento. E’ un piccolo trucco di grande utilità pratica, anche quando si montano hackle tradizionali

 

Fissate l’hackle nello stesso punto in cui avete creato il post. E’ molto importante che il lato opaco della piuma sia rivolto verso di voi. Fate solo un paio di giri lenti di filo montaggio

 

Raddrizzate l’hackle e fissatela al post, risalendo con il filo fino al margine superiore. Fissatela bene, sempre controllando che il lato opaco sia rivolto verso di voi e quello lucido a contatto con il ciuffo. Se volete, potete aggiungere una goccia di colla alla base del post per consolidare il tutto

 

Tagliate l'eccedenza del calamo e poi montate la coda. Solitamente, nelle parachute, che sono intese principalmente come emergenti, viene montata più corta che nei montaggi tradizionali. Dipende, ovviamente, dal tipo di imitazione che volete ottenere

 

Realizzate il corpo, tutto: sia addome che torace. Per semplicità, noi abbiamo scelto un normalissimo (quanto efficace) dubbing oliva. Con delicatezza, piegate l’hackle ad angolo retto. A questo punto, il lato lucido della piuma è rivolto verso l’alto

 

Cominciate ad avvolgere l’hackle attorno al post. Il primo giro sarà senza fibre: solo calamo e dentini. Questi ultimi faranno meglio presa sul post ed eviteranno che l’hackle scivoli verso l’alto durante la pesca. Le regole da seguire per l’avvolgimento sono quattro:

1) procedete dall’alto verso il basso, nel modo più ordinato possibile

2) non cercate di farci stare più giri di quelli che lo spazio consente. 3/5 giri sono tutto quello che serve. Aggiungerne altri spingerà le fibre verso l’alto o verso il basso e a noi non serve: le fibre devono disporsi in orizzontale

3) controllate  che la piuma non ruoti: la parte lucida deve sempre essere rivolta verso l’alto

4) la tensione corretta è tutto. Se la piuma è avvolta lasca, tenderà a scivolare fuori dal post. Se è troppo tirata, le fibre tenderanno a puntare verso l’alto. Ci vuole un po’ di esperienza per trovare la tensione corretta ma, in ogni caso, meglio troppo tirata che troppo poco

 

 

Terminato l’avvolgimento, bloccate la parte rimanente dell’hackle vicino all’occhiello con uno,  massimo due,  giri di filo. A questo punto, avete due strade: potete sollevare delicatamente, con due dita, le fibre della parte anteriore dell’hackle  e realizzare la testina e fare il nodo di chiusura. Oppure potete usare un annodatore conico per svolgere le stesse operazioni. Se il montaggio è stato fatto in modo corretto, seguendo le istruzioni sopra riportate, il risultato non cambierà. La mia preferenza va, però, all’annodatore conico che, se usato correttamente, lascia l’occhiello più pulito

 

La nostra parachute è finita. La maggior parte delle fibre è disposta correttamente e contribuisce al galleggiamento, l'occhiello è libero per far passare il finale e la mosca nel suo insieme è robusta e non appesantita da troppe fibre di gallo


(*) Nota sull’autore

Massimiliano Mattioli, classe 1964, di professione editore. E’ anche autore, traduttore e, con lo pseudonimo di Fortebraccio, fotografo. Pesca a mosca fin da bambino, in ossequio ad una tradizione familiare.  A partire dagli anni ’90 ha allargato il suo orizzonte editoriale per includere il flyfishing fra i suoi obiettivi professionali. Sue sono le traduzioni in italiano di:

Emegenti di Swisher e Richards (1996); Nuove tecniche di costruzione di O. Edwards (1998); La precisione nel lancio di J. Wulff (1999);

Nel 2000 ha fondato la rivista “Sedge & Mayfly – il piacere della pesca a mosca” della quale ha assunto la direzione editoriale, continuando sempre a curare personalmente la pubblicazione di libri dedicati alla pesca a mosca, come:

Pescare a ninfa di G. Re; Microchenille & C di M. borselli; Il Black Bass di P. Pacchiarini; Il luccio di P. Pacchiarini; Manuale del moderno costruttore di mosche artificiali di Federighi- Nocentini; La ninfa di S. Soldarini; Fly Tying – il grande libro del costruttore di mosche artificiali di A. Quazzo